Sorelle Faioli

La storia delle Tre Sorelle

Alla nascita di Antonia Faioli, le Tre Sorelle si trovavano insieme per la prima volta.
Lo stesso giorno, 10 giugno 1723, nella chiesa Collegiata di S. Pietro, Teresa (8 anni) e Cecilia (4 anni) partecipano al Battesimo amministrato alla sorellina dal parroco don Alessandro Alessandri.

Alla S. Messa, ogni domenica - giorno del Signore - partecipa tutta la famiglia Faioli. Così la fede dei figli cresce attraverso l'esempio dei genitori che fanno ciò che insegnano. E certamente grande era la loro gioia nell'affrontare il breve tragitto che collegava la loro casa alla chiesa parrocchiale di S. Maria del Colle o a quella di S. Stefano dove erano attese dall'abate Rosa, loro zio, ma soprattutto erano attese da Gesù.

1715 - 1727

Nonostante la scarsità di notizie sul primo periodo della vita delle Tre Sorelle, non è difficile immaginare il tempo dell'apprendimento vissuto da loro, in famiglia: dalle prime pratiche religiose, alle elementari norme del vivere comune, alle graduali esperienze di collaborazione nelle fatiche quotidiane. Soprattutto Teresa avrà fatto tesoro dei dodici anni preziosi vissuti accanto alla madre e ne ha condivisi poi i frutti con Cecilia e Antonia. Ormai sembrava un appuntamento con la vita: ogni quattro anni la famiglia Faioli si trovava in attesa di una nuova creatura chiamata al mistero dell'esistenza: così, tutto il 1727 fu caratterizzato dall'attesa. Le solite domande, sempre nuove: maschio o femmina? Fervono i preparativi, si sceglie il nome più bello...Maria. Ma al momento della nascita, qualcosa non va: la piccola fatica a vivere.

Nello giorno stesso del funerale della piccola Maria, anche mamma Marta muore.
È il 22 ottobre 1727; viene sepolta nella chiesa di San Biagio. Questa esperienza, incomprensibile a chiunque al di fuori della rivelazione, favorirà una maturazione precoce e una salda solidarietà.
Solo Gesù, morto e risorto, può aver restituito speranza e forza di vivere a quelle bambine inconsolabili.

Il tragico evento non ha minato la fede della famiglia Faioli: pochi mesi dopo, il 15 giugno 1728, anche Cecilia e Antonia ricevono del delegato vescovile la Cresima. Questo sacramento, con l’effusione più ampia dei doni dello Spirito Santo, le renderà capaci di affrontare le nuove lotte della vita, testimoniando la fede cristiana in un mondo che impareranno a conoscere negli anni dell’adolescenza.

Attraverso le missioni popolari, i migliori predicatori cercavano di risvegliare e istruire le coscienze dei fedeli. Partecipando alla missione anticolana del 1741, le tre sorelle Faioli hanno saputo ascoltare le parole dei missionari Struzzieri e Giannini, perchè hanno deciso di dedicare a Dio tutta la loro vita. E la loro risposta alla vocazione sarà fondamentale anche per la nascita del nuovo Istituto religioso e per la sua missione fino ai secoli futuri.

Le Tre Sorelle erando decise a intensificare la vita di preghiera nella casa di via Vetere, dove abitavano con Arcangelo. Nel novembre di quello stesso anno, l’abate Rosa, presentendo l’avvicinarsi della fine della sua vita, decide di fare testamento e nomina sua nipote Teresa, erede di tutti i suoi beni. Questo atto è un segno di stima e sostegno alla scelta religiosa delle Tre. Poi, lo zio muore.

1741-1747

Quando Teresa, Cecilia e Antonia si sono ritirate nella loro casa per dedicarsi a Dio in modo esclusivo, non pensavano, probabilmente, che il loro esempio avrebbe attirato altre ragazze. E invece, molte le hanno cercate, eleggendole così a maestra di vita perchè volevano imparare da loro. Questa originale scuola, spontaneamente nata dal basso, per sei anni ha dato frutti da albero maturi.

La "quasi scuola" delle Sorelle Faioli, prende avvio e - come per tutte le opere di Dio - iniziano le contrarietà. È proprio il nuovo parroco, nominato al posto dello zio, a iniziare un processo contro Teresa, dalla quale rivendica i locali adiacenti alla parrocchia. Così, nel 1742, la giovane, accompaganta dal fratello, si trova chiamta in giudizio. La causa durerà anni e emerge la forza delle Tre di perseverare, nonostante il clima ostile.

Lunedì 16 ottobre 1747, il vescovo Bacchetoni entrava con due convisitatori in quella casa-scuola per esaminare "ad una ad una" le giovani maestre, le loro Regole, le preghiere ed altro. E ne usciva soddisfatto e pronto a sostenere la scuola con nuovi provvedimenti e con il suo appoggio fin presso Papa Benedetto XIV. Così la Chiesa esaminava e convalidava l'iniziativa dell Tre Sorelle riconoscendo ufficialmente il carisma di ciascuna.

 

Il provvidenziale intervento dell’arciprete don Girolami, incaricato dal vescovo di curare gli sviluppi dell’Opera avviata dalle sorelle Faioli, apparta i precedenti contrasti. Grazie anche all’arrivo di Domenica Tardioli con l’edificio avuto in dote, un ambiente più grande viene allestito, nella parrocchia di don Domenico, che le protegge. Le Tre sorelle vedevano così prospettarsi una situazione nuova, più favorevole alla loro vita e al loro apostolato.

La sera di Natale 1747 un’insolita processione ha percorso la via Maggiore di Anticoli per accompagnare le Sorelle Faioli, con la giovane Domenica Tardioli e la piccola Rosa Girolami, alla nuova sede della scuola detta “Conservatorio”. In quel giorno santo, luce di speranza per tutti, un ambiente povero ma ospitale verso il piano di Dio, accoglieva la nascita di quell’Opera già a lungo collaudata.

Dopo pochi giorni Teresa e Domenica debbono partire.
In casa restano solo Cecilia e Antonia, con la piccola Rosa. È la prima volta che le sorelle sanno di dover restare a lungo separate. Un sacrificio non indolore, considerato ciò che Teresa rappresentava per le sorelle, con tutte le difficoltà e le incognite, da affrontare con la fede in Dio. È proprio quel distacco, avrebbe unito sempre più le Tre Sorelle.

Il 7 gennaio 1748, Teresa Faioli e Domenica Tardiol lasciano Anticoli e si recano ad Anagni, ospitate dalle Suore Cistercensi della Carità, che da decenni fanno da Maestre Pie alle ragazze anagnine. Per le due invitate sarà una specie di noviziato, e una preziosa esperienza da ritrasmettere alla loro comunità. Per le altre, rimaste a lungo senza facili collegamenti, quel periodo sarà un consistente collaudo di maturità.

8 novembre 1749

Con un atto ufficiale davanti al Notaio, le Tre Sorelle e due condiscepole donano tutti i loro averi al nascente istituto. Solo amore e fede possono far rinunciare a tutto. Di fatto, le donazioni di queste prime generose donne renderanno possibile l’avvio ufficiale di quel Conservatorio cui guarderanno con speranza laici e pastori di altre diocesi. Da quell’umile e silenziosa scintilla, un fuoco.

In una lettera al Contestabile Colonna, il vescovo Monti riferisce di aver incontrato le giovani del Conservatorio, nell’agosto 1752, e di aver rilevato disagi, indigenza, scarsa salute e crisi. La Comunità era provata dalla lunga assenza forzata di don Girolami. Il lungo periodo, fu comunque della loro capacità di perseverare, nonostante tutto, continuando a lavorare per la Chiesa, senza arrendersi.

Il dolore della Croce ha accompagnato anche lo sviluppo della fondazione anticolana. Don Girolami denuncerà difficoltà, incomprensioni e persecuzioni subite con il “Conservatorio”, come nell’atteggiamento poco comprensivo tenuto dal vescovo Monti nella visita pastorale del 2 luglio 1753. Ma nulla ha affievolito l’impegno e la perseveranza delle tre sorelle. Qualche anno dopo, anche il Monti correggerà i suoi giudizi.

Grande fu l’impegno della Comunità nel difendere la riservatezza e il raccoglimento: la Casa, situata nella via principale di Anticoli, era inevitabilmente esposta a disturbi di vario genere. Ma le decisioni, le parole volgari, i dispetti del mondo e ogni contrarietà che ostacolava un vivere pacifico, erano permessi da Dio per distaccare dalla vita terrena e far aspirare sempre più all’incontro eterno con Lui.

Il 7 febbraio 1763 un messaggio al Conservatorio comunica la benevola iniziativa del vescovo Monti di pagare loro il velo da Maestre Pie: un implicito riconoscimento delle loro attitudini a svolgere tale ruolo precedentemente messo in dubbio dal medesimo. Immaginiamo l’intima soddisfazione di tutte nell’indossare quel velo da Maestre-Pie dopo tanti anni di non velata svalutazione.

Non è difficile immaginare l’imbarazzo della Comunità quando la superiora Angelica Bertoni ha rimesso il suo mandato proprio nelle mani del nuovo vescovo Cirillo Antonini che si dimostrava tanto bendisposto verso il Conservatorio. Ed è ancora più significativo considerare come proprio in un frangente che obbligava una scelta solida le Suore in blocco abbiano scelto Antonia, una delle Fondatrici. Era il 6 marzo 1779.

Alla morte di Teresa, avvenuta il 14 luglio 1779 dopo la malattia che ne aveva preparato il distacco, la “storia-insieme” delle Faioli sembra concludersi. Ma in realtà essa continuerà anche dopo il passaggio alla vita eterna di colei che per Cecilia e Antonia era sempre stata un sicuro punto di riferimento. Nel momento più cruciale della vita dell’istituto Antonia viene eletta dalla Comunità a guidarne il timone.

Dopo aver consultato uomini di spirito, il vescovo Cirillo Antonini, ammette dieci Maestre-Pie del Conservatorio di Anticoli alla prima vestizione religiosa dell’abito di S. Chiara. La solenne cerimonia si tiene nella Collegiata di San Pietro, il 23 agosto 1781. Lo stesso vescovo elaborerà le nuove Regole adattando quelle di S. Chiara alle esigenze del carisma educativo proprio dell’Istituto.

Per stabilizzare l’Istituto, il Vescovo Cirillo Antonini propone le sue Regole, che sostituiscono le Regole scritte da don Girolami.

L’8 novembre 1781 il Capitolo della Comunità accetta la nuova impostazione; poi, nel 1785, il voto di castità e di povertà.

Antonia fa sentire tutto il peso dell’autorità morale delle Fondatrici, e le capitolari, approvano all’unanimità.

Sono nate, così, le Suore dell’Immacolata di S. Chiara.

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